martedì 30 dicembre 2008

Marco Travaglio - I mandarini della Casta

venerdì 26 dicembre 2008

Ora d'aria

Per calcolare lo stato della libertà d’informazione in Italia, c’è un’ottima unità di misura: lo spazio dedicato dalla stampa e dai tg nazionali al processo in corso a Palermo a carico dell’ex capo del Ros e poi del Sismi, generale Mario Mori, e del suo vice, col. Mario Obinu, per favoreggiamento alla mafia a causa della mancata cattura di Bernardo Provenzano nel 1995. Una cosina da niente. Nemmeno una riga, una parola sulle udienze che si susseguono da metà luglio. In aula non si vede quasi mai un cronista e non è mai entrata una sola telecamera. Una delle rare eccezioni è Lirio Abbate, il valoroso giornalista dell’Ansa che vive sotto scorta per le minacce mafiose dopo aver scritto “I complici” con Peter Gomez. Mercoledì ha firmato tre lanci d’agenzia sulla lunga deposizione del primo testimone d’accusa: il generale Michele Riccio, anche lui ex del Ros, che accusa Mori e Obinu di avergli impedito di catturare Provenzano 13 anni fa in un casolare di Mezzojuso indicato dal mafioso suo confidente Luigi Ilardo, poi assassinato da Cosa Nostra subito dopo aver accettato di collaborare con la giustizia.

Quella sera e nei giorni seguenti nessun giornale né tg nazionale ha ripreso la notizia. Il Tg1, per esempio, era molto impegnato a intervistare il produttore De Laurentiis sul nuovo film-panettone di Christian De Sica. Un vero peccato, perché Riccio ha raccontato di quando Ilardo incontrò Mori e gli avrebbe detto: “Le stragi non le abbiamo fatte solo noi della mafia, ma anche voi dello Stato”. Mori, anziché domandare spiegazioni o fare obiezioni, girò i tacchi e - sempre secondo Riccio - se ne andò senza dire una parola. Poi Riccio s’è soffermato su uno strano vertice nello studio Taormina: “Il mio difensore Carlo Taormina mi fece incontrare il senatore Dell'Utri, con la scusa di studiare le carte del suo processo. Passò a salutarci l'avvocato Cesare Previti (che poi non partecipò alla riunione, ndr)… Taormina mi chiese di dire, nei processi per mafia a Palermo, che Ilardo non mi aveva mai parlato di Dell'Utri”. Invece gliene aveva parlato eccome. Riccio - riferisce l’Ansa - non seguì l'amorevole consiglio di Taormina e mesi dopo gli revocò il mandato. Previti - ricorda Riccio - era presente da Taormina anche in occasione di un’altra riunione. Una presenza interessante, la sua, anche se “inattiva”, visto che - come ricorda Riccio - Previti conosceva bene Mori e “sovente veniva a trovarlo negli uffici del Ros”.

Di più: “Nel 1994 ho visto Mori che dal proprio ufficio spostava in un'altra stanza il piatto d'argento che gli era stato regalato da Previti, commentando con una battuta: ‘Cambiato il governo, si deve cambiare anche la disposizione del vassoio’…”. Dopo aver ricostruito il mancato blitz di Mezzojuso, Riccio riferisce i nomi che Ilardo gli fece prima di morire: nomi delle persone che gli risultavano legate a Cosa Nostra o agli amici degli amici, sulle quali non potè aggiungere altro perché fu ammazzato prima di mettere a verbale le sue dichiarazioni. E, fra gli altri, cita Dolcino Favi, il procuratore generale reggente di Catanzaro che un anno fa tolse a Luigi De Magistris l’inchiesta “Why Not”, e che in passato era stato in servizio a Siracusa. Favi - riferisce l’Ansa - sarebbe stato “gestito” da un avvocato di Lentini “molto legato a un uomo del boss Santapaola”. Dichiarazioni tutte da verificare, s’intende (il processo serve a questo). Ma piuttosto avvincenti e attuali. Peccato che nessuno le racconti.

Ps. Un mese fa, chi scrive fu condannato a 8 mesi di reclusione in primo grado per aver diffamato Previti riportando sull’Espresso il racconto di Riccio ai pm di Palermo sulla presenza dell’ex deputato nello studio Taormina il giorno della riunione fra l’avvocato, l’ufficiale e Dell’Utri. Il Tg1 diede la notizia con grande risalto. Ora che Riccio, in Tribunale, ha ribadito e arricchito il suo racconto, il Tg1 tace. Viva il servizio pubblico.


Marco Travaglio

martedì 23 dicembre 2008

Repubblica Democratica del Congo: conclusioni e raccomandazioni a seguito della missione di Amnesty International. Crimini di guerra in corso. Indispe


Riporto un bollettino di Amnesty International sulla situazione nella Repubblica "Democratica" del Congo. La situazione è disastrosa, leggete voi stessi:

Tra novembre e l'inizio di dicembre, una delegazione di Amnesty International ha svolto una missione di ricerca nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc), visitando la provincia del Nord Kivu e i campi profughi situati lungo il confine con l'Uganda sud-occidentale.

I delegati di Amnesty International hanno svolto ricerche sulle violazioni dei diritti umani verificatesi nel corso del conflitto e hanno avuto colloqui con alti rappresentanti di tutte le parti coinvolte. In particolare, hanno incontrato esponenti di organizzazioni umanitarie, agenzie delle Nazioni Unite, comandanti delle forze di peacekeeping (tra cui il generale della Monuc, Bipin Rawat) e attivisti locali per i diritti umani. Inoltre, hanno incontrato o intervistato vittime e testimoni delle recenti violazioni dei diritti umani, il comandante delle forze armate regolari della provincia del Nord Kivu, generale Mayala, il capo dei ribelli del Congresso nazionale per la difesa del popolo (Cndp), Laurent Nkunda, e comandanti delle milizie locali mayi-mayi.

Amnesty International e altre organizzazioni per i diritti umani hanno inviato oggi una lettera aperta al Consiglio di sicurezza chiedendo il rafforzamento dell'embargo Onu sulle armi nell'Rdc. La lettera aperta evidenzia l'assenza di procedure con cui la Monuc possa verificare che le forniture militari provenienti da Sudan, Cina e altri paesi e destinate all'esercito regolare, siano utilizzate esclusivamente da quest'ultimo. Le organizzazioni per i diritti umani, inoltre, hanno sollecitato il Consiglio di sicurezza ad assistere il governo dell'Rdc nel compito di professionalizzare le proprie forze armate, evitare la dispersione delle forniture militari e porre fine all'impunità.

Conclusioni della missione di Amnesty International

Le informazioni di prima mano raccolte dalla missione di Amnesty International indicano che nella provincia del Nord Kivu sono in corso crimini di guerra e altre gravi violazioni dei diritti umani. Esse comprendono:
1. Uccisioni illegali di civili, su scala quotidiana

Il 5 novembre a Kiwanja uomini armati del Cndp hanno ucciso decine di civili, prevalentemente di etnia nande e hutu, come rappresaglia per un precedente attacco portato contro la città da parte delle milizie mayi-mayi. Sempre a Kiwanja, il 28 novembre, sono state assassinate sette persone appartenenti al medesimo nucleo familiare.
2. Violenza sessuale

È un fenomeno diffuso che chiama in causa sia le forze governative che i gruppi armati. Uno specialista che cura le sopravvissute allo stupro ha descritto questa come una pratica "istituzionalizzata" tra le forze armate. Le donne stuprate vengono talvolta minacciate di morte se cercheranno assistenza medica. Sia i mayi-mayi che le Forze democratiche per la liberazione del Ruanda (Fdlr) sequestrano e violentano donne e bambine. Amnesty International ha riscontrato una dimensione etnica dello stupro (che colpisce, cioè, le donne e le bambine della comunità percepita come "opposta"), mentre in ulteriori casi è stato utilizzato come forma di punizione o di rappresaglia. Il fatto che le forze armate regolari e i comandanti dei gruppi armati quasi non prendano alcuna misura per prevenire e punire gli stupri indica che questo crimine viene condonato e implicitamente incoraggiato.
3. Bambini soldato

C'è stata una ripresa dell'arruolamento o del ri-arruolamento dei bambini da parte dei gruppi armati. Molti di essi hanno cercato di nascondersi per evitare il sequestro e il reclutamento. I bambini costituiscono tra il 50 e il 60 per cento dei rifugiati e degli sfollati.
4. Minacce ai difensori dei diritti umani

Molti attivisti per i diritti umani, giornalisti e operatori sanitari continuano a ricevere minacce da parte delle forze armate. Alcuni di essi sono stati costretti a lasciare il paese o a entrare in clandestinità.
5. Situazione umanitaria

La situazione resta disperata per decine di migliaia di sfollati nelle zone di Masisi, Lubero e Rutshuru, dove a causa della violenza in corso gli aiuti umanitari devono ancora arrivare. Anche nei campi profughi nei pressi di Goma, dove gli aiuti sono arrivati, molte persone vivono nel terrore e la protezione fisica è assai scarsa. Vi sono regolari denunce di stupri, saccheggi e sparatorie, spesso ad opera delle forze governative.

A novembre, gli organismi umanitari avevano stimato che circa il 70 per cento della popolazione del Nord Kivu (su un totale di cinque milioni di persone) risultava sfollato o affluito all'interno di campi profughi. Secondo la Monuc, un abitante su quattro della provincia (circa 1.350.000 persone) è stato registrato come profugo. La situazione dei campi profughi e la fornitura degli aiuti variano in base al controllo esercitato sulla zona dai gruppi armati; alcuni campi sono stati distrutti.
6. Esercito regolare

Le forze armate regolari (Fardc) sono le prime responsabili dell'integrità territoriale e della sicurezza ma continuano a commettere gravi violazioni dei diritti umani, come stupri e saccheggi. La disciplina è completamente assente in alcune zone del Nord Kivu, specialmente intorno a Kanyabayonga, dove i soldati si sono dati a prolungati saccheggi, compiendo stupri e uccisioni. Le Fardc sono un amalgama tra le forze del precedente governo e unità di gruppi armati di opposizione. Sono scarsamente addestrate e lacerate da preesistenti lealtà etniche e politiche. Grandi quantità di armi delle Fardc sono finite nelle mani dei gruppi armati.

Al termine della missione, Amnesty International ha ribadito la necessità urgente di un'efficace protezione della popolazione civile del Nord Kivu. Questa al momento risulta l'eccezione piuttosto che la regola, dato che molte comunità vivono ancora nel terrore o si danno alla fuga, nell'assenza di qualsiasi forma visibile di protezione da parte della Monuc. La Monuc, a sua volta, attende ancora l'arrivo dei 3000 peacekeeper aggiuntivi, disposti dal Consiglio di Sicurezza a novembre. Le Nazioni Unite hanno espresso l'auspicio che questa forza possa stabilizzare la regione mentre si svolgono i negoziati politici. Tuttavia, il mandato e la zona di dispiegamento della forza aggiuntiva rimangono ancora da chiarire.

Raccomandazioni di Amnesty International

Il rafforzamento della Monuc è imperativo e urgente. Ogni giorno di ritardo costa vite umane. Lasciare che migliaia di persone si diano alla fuga senza protezione o che le donne e le ragazze nei campi profughi siano esposte alla violenza sessuale è inaccettabile. La Monuc deve diventare più attiva e visibile, soprattutto lungo le strade principali del Nord Kivu, e mantenere una presenza stabile presso le barriere organizzate dalle Fardc e dai gruppi armati lungo quelle vie di comunicazione. Inoltre, deve svolgere pattugliamento all'interno e all'esterno dei campi profughi, soprattutto di notte, così come in modo più ampio di giorno, quando i profughi lasciano i campi per cercare cibo e legna.

Occorre rinnovare la pressione sulla comunità internazionale, sui governi che hanno influenza regionale, sull'esercito nazionale e sui gruppi armati di opposizione affinché cessi il ciclo delle violazioni dei diritti umani. Questo obiettivo dev'essere centrale negli attuali e futuri sforzi diplomatici per fermare i combattimenti e lo stesso inviato speciale del Segretario generale dell'Onu, Olusegun Obasanjo, dovrà tenerne conto nella sua mediazione.

La mediazione in corso dovrà anche proporre e gettare le fondamenta per una soluzione a lungo termine delle cause del conflitto, che preveda pertanto:

* la fine della presenza dell'Fdlr e di altri gruppi armati stranieri nell'est dell'Rdc;
* la fine della proliferazione delle armi e uno stretto controllo sulle forniture di armi in tutto il territorio;
* una piena riforma dell'esercito, per renderlo capace di proteggere tutte le comunità dell'est del paese in modo neutrale e nel pieno rispetto dei diritti umani. Gli appartenenti alle forze armate sospettati di crimini di guerra o di altre gravi violazioni dei diritti umani dovranno essere immediatamente rimossi da ogni posizione di comando nell'esercito e nelle altre forze di sicurezza;
* la fine dell'impunità e lo sviluppo di meccanismi nazionali di giustizia con lo specifico mandato di indagare e svolgere processi sulle violazioni dei diritti umani commesse nell'Rdc a partire dal 1994.

FINE DEL COMUNICATO Roma, 15 dicembre 2008

Per approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it

martedì 16 dicembre 2008

Il Canada non è una democrazia


Molti credono che il Canada sia un paese democratico, sviluppato e civilizzato. Non è vero. In Canada c'è stato e continua ad esserci, in certo modo, lo sterminio dei Nativi Americani. Bambini uccisi, maltrattati e torturati. Chi sono i colpevoli? Governo, chiese ( cattolica, anglicana, chiesa unita ) e RCMP. Si parla non di semplici uccisioni, ma di un vero e proprio GENOCIDIO RAZZIALE.

Qualcuno di voi leggendo queste parole dirà che sono un folle e un visionario, bene vi invito a guardare questo documentario pieno di testimonianze agghiaccianti per una vicenda raccapricciante:



Oppure clicca qui ( formato WMP ) o clicca qui ( formato RealPlayer )

Descrizione del documentario:

Il documentario “Unrepentant: Kevin Annett and Canada’s Genocide” descrive la storia personale di Kevin Annett quando, nelle veste di reverendo, si è scontrato con la Chiesa Unita per il suo interessamento ai fatti accaduti
nelle scuole residenziali canadesi e il genocidio commesso dai responsabili religiosi di queste scuole, dove centinaia di migliaia di bambini Nativi sono stati rinchiusi, dopo essere stati rapiti alle famiglie, e costretti a parlare solo inglese, a dimenticare la propria cultura e a professare la religione cristiana. Qui hanno subito violenze fisiche e sessuali, elettroshock, sterilizzazioni e, in molti casi, la morte. Il film ha ricevuto numerosi premi, al New York Independent Film and Video Festival nel 2006 e come miglior documentario al Los Angeles Independent Film Festival nel marzo 2007.
Questa versione sottotitolata in italiano è frutto di un lavoro di numerose persone, in primo luogo Kevin Annett, Nativi Americani.it e Stefania Pontone, Cristina Merlo, Vittorio Delle Fratte, White Tara Production.

Visita il sito: www.nativiamericani.it



Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

lunedì 15 dicembre 2008

sabato 13 dicembre 2008

Appello Fini-Travaglio


Con l’annuncio di Silvio Berlusconi di voler cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza si è giunti al culmine di un’escalation, iniziata tre lustri fa, che porta dritto e di filato a una dittatura di un solo uomo che farebbe invidia a un generale birmano.

Da un punto di vista formale la cosa è legittima. La nostra Carta prevede, all’articolo 138, i meccanismi per modificare le norme costituzionali. Ma farlo a colpi di maggioranza lede i fondamenti stessi della liberal-democrazia che è un sistema nato per tutelare innanzitutto le minoranze (la maggioranza si tutela già da sola) e che, come ricordava Stuart Mill, uno dei padri nobili di questo sistema, deve porre dei limiti al consenso popolare. Altrimenti col potere assoluto del consenso popolare si potrebbe decidere, legittimamente dal punto di vista formale, che tutti quelli che si chiamano Bianchi vanno fucilati. Ma la Costituzione non ha abolito la pena di morte? Che importa? Si cambia la Costituzione. Col consenso popolare. Elementare Watson. Senza contare che a noi la Costituzione del 1948 va bene così, e non si vede un solo motivo per stravolgerla (altra cosa è qualche ritocco sporadico per aggiornarla).

Com’è possibile che in una democrazia si sia giunti a questo punto? Non fermando Berlusconi sul bagnasciuga, permettendogli, passo dopo passo, illiberalità e illegalità sempre più gravi. Prima il duopolio Rai-Fininvest (poi Mediaset) che è il contrario di un assetto liberal-liberista perché ammazza la concorrenza e in un settore, quello dei media televisivi, che è uno dei gangli vitali di ogni moderna liberaldemocrazia. Poi un colossale conflitto di interessi che si espande dal comparto televisivo a quello editoriale, immobiliare, finanziario, assicurativo e arriva fino al calcio. Quindi le leggi “ad personas”, per salvare gli amici dalle inchieste giudiziarie, “ad personam” per salvare se stesso, il “lodo Alfano”, che ledono un altro dei capisaldi della liberaldemocrazia: l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Infine una capillare, costante e devastante campagna di delegittimazione della Magistratura non solo per metterle la mordacchia (che è uno degli obbiettivi, ma non l’unico e nemmeno il principale della cosiddetta riforma costituzionale), ma per instaurare un regime a doppio diritto: impunità sostanziale per “lorsignori”, “tolleranza zero”, senza garanzia alcuna, per i reati di strada, che sono quelli commessi dai poveracci.

Presidente del Consiglio, padrone assoluto del Parlamento e di quei fantocci che sono i presidenti delle due Camere, padrone assoluto del centro-destra, se si eccettua, forse, la Lega, padrone di tre quarti del sistema televisivo, con un Capo dello Stato che assomiglia molto a un Re travicello, Silvio Berlusconi è ormai il padrone assoluto del Paese e si sente, ed è, autorizzato a tutto. Recentemente ha avuto la protervia di accusare le reti televisive nazionali, che pur controlla nella stragrande maggioranza (ieri, in presenza del suo inquietante annuncio, si sono occupate soprattutto della neve), di “insultarlo”, di “denigrarlo”, di essere “disfattiste” (bruttissima parola di fascistica memoria), di parlare troppo della crisi economica e quasi quasi di esserne la causa (mentre lui, il genio dell’economia, non si era accorto, nemmeno dopo il crollo dei “subprime” americani, dell’enorme bolla speculativa in circolazione).

Poi, non contento, ha intimidito i direttori della Stampa e del Corriere (il quale ultimo peraltro se lo merita perché ha quasi sempre avvallato, con troppi silenzi e qualche adesione, tutte le illegalità del berlusconismo) affermando che devono “cambiare mestiere”.

Questa escalation berlusconiana ci spiega la genesi del fascismo. Che si affermò non in forza dei fascisti ma per l’opportunismo, la viltà, la complicità (o semplicemente per non aver capito quanto stava succedendo) di tutti coloro che, senza essere fascisti, si adeguarono.

Ma sarebbe ingeneroso paragonare il berlusconismo al fascismo. Ingeneroso per il fascismo. Che aveva perlomeno in testa un’idea, per quanto tragica, di Stato e di Nazione. Mentre nella testa di Berlusconi c’è solo il suo comico e tragico superego, frammisto ai suoi loschi interessi di bottega.

Una democrazia che non rispetta i suoi presupposti non è più una democrazia. Una democrazia che non rispetta le sue regole fondamentali non può essere rispettata. A questo punto, perché mai un cittadino comune dovrebbe rispettarla, anziché mettersi “alla pari” col Presidente del Consiglio? “A brigante, brigante e mezzo” diceva Sandro Pertini quando lottava contro il totalitarismo. O per finirla in modo più colto: “Se tutto è assurdo”, grida Ivan Karamazov “tutto è permesso”.

Massimo Fini
Marco Travaglio

Ps: Devo fare una precisazione. La Costituzione non è emandabile in ogni sua parte. La costituzione ha alcuni principi che non possono essere modificati o cancellati. Abbiamo, fortunatamente, un organo chiamato Corte Costituzionale, quarto potere dello stato, che è incaricata di difende la nostra principale fonte del diritto.

venerdì 12 dicembre 2008

11 Settembre, fatevi anche voi un'idea.


Scrivo questo articolo su un tema su cui si è parlato e su cui si parlerà sempre. In questo articolo vorrei partire da un documentario ( chiamiamolo pro-cospirazionistico ), a mio parere, ben curato di ArcorisTV. Il video è questo sotto riportato, in formato windows media player:

http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Downloads&d_op=getit&lid=4838&ext=_big.wmv


Oppure questo però in formato RealPlayer:

http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Downloads&d_op=getit&lid=4838&ext=_big.ram

Per dare spazio anche a chi pensa che non ci sia nessuna cospirazione, dando a voi la possibilità di criticare l'uno e l'altro riporto questo video:



E riporto anche questo sito, il quale vuole smontare alcune tesi e teorie cospirazionistiche:

http://undicisettembre.blogspot.com/

Ed infine un'altro video di risposta al giornalista antibufala Paolo Attivissimo ( anti-cospirazionistico ) co-autore anche di un libro ( 11/9 la cospirazione impossibile ) sull'undici Settembre:



Ma se è vero che la verità è sempre nel mezzo, in questo caso non basterebbe per scandalizzarsi?!

Consiglio inoltre di guardare il film-documentario del giornalista Michael Moore intitolato Fahrenheit 9/11 del 2004. ( Qui potete leggere di cosa si tratta: clicca qui )

Ora credo di avervi dato abbastanza materiale su cui riflettere e su cui tirare le vostre conclusioni. Io l'ho fatto.

Buono studio.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

giovedì 11 dicembre 2008

Una speranza dal Mali



Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

venerdì 5 dicembre 2008

Grillo non è onnipotente


Ora vi racconto una piccola storia. Io sono iscritto alla mailing list del meetup della mia zona. Un giorno iniziano a piovere email su una fantomatica pallina che rimpiazzerebbe l'uso dei detersivi. Questa pallina viene chiamata Biowashball. Subito mi sono detto, cavolo se funziona è interessante in quanto sono molto sensibile alla questione ambiente. Inizio ad informarmi prima sul sito del distributore poi youtube ecc... . Nell'euforia generale tutti sembravano dire che funzionasse. Io non sono un chimico ma quando ho letto le spiegazioni date sul sito ufficiale qualcosa mi puzzava.

Infatti questa cosa non puzzava soltanto a me ma anche altri sollevano la questione se funzionasse davvero o quello che si otteneva era soltanto il risultato dell'acqua. Ad un certo punto leggo la frase in una mail con scritto: "Se lo ha detto Grillo funziona perforza".
In un istante mi sono ricordato le parole di Daniele Luttazzi il quale disse di aver smesso di pubblicare periodicamente articoli sul suo blog perchè non voleva creare un branco di pecore come altri suoi colleghi faceva. Chi segue Luttazzi sa che è una mente con una cultura impressionante ed infatti devo dire che la sua "intuizione" si è avverata.

Il boom della biowashball è iniziata ad impazzare in internet con la normale conseguenza che qualcuno Competente in materia ha iniziato a studiarla. Il risultato di questi studi conferma la mia prima intuizione. La spiegazione scientifica è del tutto inesiste o meglio inventata. Il risultato è che questa biowashball funziona come se si lavasse soltanto con acqua. ( Clicca qui per vedere l'analisi )

Quando poi ha Grillo è stato fatto notare che la cosa non funzionava lui si è difeso dicendo che lui, la sua famiglia e i suoi amici la usano da tempo e che quest'ultima funziona. Uno si sarebbe aspettato una risposta scientifica per sostenere la sua tesi ed invece risponde in questo modo superficiale sintomo che non ha approfondito scientificamente la cosa?! Per Grillo sarebbe bastato dire semplicemente scusate ho sbagliato e non ci sarebbe stato nulla di male in quanto nessuno è infallibile. ( Ovviamente tranne il papa che si è dichiarato tramite enciclica infallibile, clicca qui )

Ora voglio trarre una considerazione. Dicendo questo non voglio sminuire assolutamente il movimento o le battaglie che ha fatto Grillo e che io supporto in prima persona ma quello che sono qui a criticare è che ogni persona non far venir meno il suo senso critico di fronte a quello che gli viene detto, perchè anche se in buona fede tutti possono sbagliare. Nessuno è la voce della verità.
Poi ricordate il bello di internet è la massiccia fonte di informazioni, non fermatevi mai alla prima.


P.s.: Ringrazio Alessandro B. per il suo parere scientifico che ha confermato la non vericidità scientifica della descrizione.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

mercoledì 3 dicembre 2008

Chiesa cattolica: barbara, assassina e pedofila



Apprendo oggi con grande rammarico ma non certo con stupore che il Vaticano si è schierato contro la proposta della Francia di depenalizzare, tramite l'ONU, l'omosessualità nel mondo.
Ovviamente sono sicuro che oltre l'Italia nessun altro paese democratico darà ascolto a quelle parole.

Questa proposta parte da una situazione a livello mondiale davvero incredibile. In paesi come Benin, Angola, Botswana, Iran e Burindi i gay vengono uccisi per legge dopo essersi presi circa 70 frustrate. In Sudan, Mauritania e Nigeria vengono lapidati. In Camerun e Uganda la condanna di un gay è all’ergastolo. In Kenya, Lesotho, Malawi e Zimbabwe l’ergastolo è riservato soltanto ai gay maschi e solo quando è stata accertata la consumazione dell´atto. In Cina l'omosessualità è vista come anormale ed inaccettabile.

E questi ecclesiasti sarebbero i profeti della parola di Dio? Questi vogliono diffondere l'amore? MI VERGOGNO PER CHI CREDE ANCORA A QUESTO ORDINE.

Ora vorrei spendere altre due parole su questo ordine. Per chi di voi non lo sa esiste un documentario dove si parla della pedofilia all'interno della chiesa cattolica, OVVIAMENTE CENSURATO IN ITALIA.
Questo documentario, di cui ve ne avevo parlato qui, portava alla luce come l'attuale Papa Ratzinger chiamò l'attenzione dei prelati a tecniche di insabbiamento, quando qualcuno scopriva un ecclesiasta pedofilo.

Bene oggi con mia grande FELICITA' e speranza nella giustizia scopro che Papà Ratzinger è stato accusato da una corte americana di nascondere queste atrocità barbariche piuttosto di portarle alla luce mettendo in condizione le famiglie di poter proteggere i loro cari. E' la prima volta che al Vaticano non viene concessa l'immunità negli USA. Forse è vento di cambiamento? Bè per ora c'è solo l'accusa che prossimamente vedremo come si risolverà. Incrociamo le dita!

Intanto un piccolo sunto degli ultimi avvenimenti pedofili da parte del clero:

2 frati di Torino indagati per abusi su minori;
salesiano di Udine denunciato per abusi su minore;
3 vescovi lombardi accusati di coprire a Como sacerdote pederasta;
Sacerdote molestatore lascia parrocchia a Firenze
3 preti pedofili a Fiumicino;
Firenze, Don Cantini, stupratore di minorenni “il caso non è chiuso“.
Amen.




Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

martedì 2 dicembre 2008

Rispetto dei patti sull'inquinamento


Come molti di voi saprà il governo Berlusconi non vuole rispettare i tetti sull'inquinamento. L'Italia come sempre si ritrova ad essere il fanalino di coda di tutto quello che può essere virtuoso. Sono talmente lungimiranti i nostri politici che oltre a non limitare l'inquinamento non favoriscono il rinnovabile, parlando ancora di VECCHI STRUMENTI QUALI IL NUCLEARE. La nostra nazione potrebbe sfruttare l'energia fotovoltaica, l'energia idroelettrica, l'energia marina, l'energia eolica. E di cosa parliamo? Nucleare. La stristezza mi assale.

Greenpeace sta portando avanti in questi giorni una campagna a favore delle sanzioni da imporre ai marchi automobilistici uccidi ambiente quali Mercedes, BMW e Volkswagen. Questi marchi hanno il più alto tasso di emissione di CO2.

Interessante notare come il nostro ministro dell'"ambiente", sfavorevole alle sanzioni, Stefania Prestigiacomo l'altro giorno mentre gli attivisti di Greenpeace giravano lo spot sotto riportato lei si avvicinò proprio con un'auto Mercedes.
Perchè stupirsi, voi vi chiederete, conosciamo tutti il fatto che quella carica da ministro dell'ambiente non è assunta per una sua particolare devozione all'ambiente oppure per una sua conoscenza approfondita della materia.
Tutt'altro la sua carica rientra in una semplice divisione delle poltrone.
DA SOTTOLINEARE POI COME LA PRESTIGIACOMO era titolare da un'azienda, cito da wikipedia, la quale azienda
Sarplast dell’attuale ministro dell’ambiente fallì nel 1997 a causa di una serie di incidenti e malattie dei dipendenti e nel 2000 finì sotto inchiesta da parte della Procura di Siracusa con un fascicolo che parla di lesioni colpose. 3 operai hanno avuto figli con malformazioni congenite, altri operai non fumatori si son ritrovati dopo 10 anni polvere nei polmoni, un dipendente morì cadendo da un traliccio, pochi mesi prima un altro dipendente rimase gravemente ferito. Un’irruzione della Polizia nelle aziende dei Prestigiacomo rilevò una serie di violazioni.

La procura di Siracusa indaga sul fallimento della Sarplast poiché sono venuti a galla ammanchi di diverse decine di miliardi di vecchie lire sottratte alle casse della società madre e di quelle controllate, attraverso numerose operazioni illecite. Alle grane che riguardano salute e la sicurezza dei dipendenti delle aziende dei Prestigiacomo, si aggiunge la grana del crack Sarplast e le pendenze col fisco per 6 miliardi di vecchie lire accumulate in un triennio.


Spero ogni giorno di aprire gli occhi a chi vota PDL, ma so che ogni speranza è vana, perchè fidarsi di chi riporta fatti e fonti invece di fidarsi di chi parla a vanvera, senza nessun fondo di verità in televisione? Ovvio che ci si fida della televisione.

Ecco il video-spot di Greenpeace:



Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

lunedì 1 dicembre 2008